Il programma giornaliero, stilato con cura maniacale da mio zio, prevede la visita guidata (da lui...) presso il meraviglioso Lago Smeraldo e il fantomatico “bosco degli alberi storti”, località turistiche della Polonia occidentale...(mica banale lo zio...)
Da uomo forgiato dal fuoco di mille battaglie qual è, lo zio non si tira indietro neppure di fronte agli scherzi di un tempo inclemente...oooops....dimenticavo la zia.
O meglio, lo zio dimenticava che lì dove c’è la zia...c’è anche cibo, tanto cibo, c’è un brunch “ideale” pronto a materializzarsi su qualsiasi superficie che possa vagamente far le veci di un tavolino...
Scendiamo dalla macchina; lo zio apre il portabagagli dopo un sospiro che sembra un’agonia...Come dargli torto? Avete presente il classico ripostiglio nel quale si getta di tutto fino a renderlo saturo finché un bel giorno, andando a riaprirlo, tutto ti cade addosso quasi ci fosse il vendicativo omino dell’armadio che fa il tiro al bersaglio con la tua testa?
Esatto...aperto il portabagagli...momento di estasi collettiva; tutto sembra starsene al suo posto quasi si trattasse di mattoni incastonati per benino in un muro.
Ma, si sa come sono gli uomini (non tutti per carità...), perché mai cominciare a scaricare dall’alto quando si può sfilare dal mezzo il thermos col caffé? Via il thermos, via la ragion d’essere del muro di cibo.
“No problem!”.
La zia prende in mano la situazione.
“Il brunch ideale non muore mai!”.
Bene così; scatole e scatoline negli zaini e via verso la natura incontaminata (quanta poesia...).
“ Il lago smeraldo si chiama così perché...”
È lo zio che parla; lui sa tutto di tutto...ma a me non riesce proprio stare ad ascoltarlo; a me interessa guardare il lago, anzi , interessa quella ninfea lì giù...
Non sono un’esteta, quello che è bello lo guardo e basta, senza troppa “metafisica”...a meno che...
La zia ordina la siesta; caffè e dolce!
Lo zio si perde elle sue intime riflessioni filosofiche, io mi perdo nella squisitezza di ciò che ho addentato.
Un plum cake sofficissimo! Mmmmh...qualcosa non torna...mi ripropongo di scoprire il mistero!
Ma era solo un assaggio, e allora via verso la foresta; è lì che “ci daremo dentro”!
Ci addrentriamo in una misteriosa e fantastica foresta.
“Li vedi quegl’alberi? Quelli storti!”
“Certo zio...”
E via con la spiegazione dettagliata.
Alla fine restringo a tre le cause più probabili di quell’anomalia:
1) Ragione fisiologica: “hanno bevuto troppa vodka!”;
2) Ragione fisica: “ci fu un tempo in cui spiravano forti correnti da Nord!”;
3) Ragione metafisica: “Zeus in persona li ha fulminati in un momento di tedio!”.
Lascio a voi la scelta; a me piace pensare che non ci sia nessun motivo; sono così e basta...alla zia piace pensare che siano nati apposta per venire incontro all’esigenza dei commensali di sedersi da qualche parte durante il pasto...
Alla fine accettiamo all’unanimità la “ ragione culinaria”.
Ci sediamo su uno dei famosi tronchi obliqui; di fronte, un tavolino da pic nic...( anche la sua ragion d’essere rimane un mistero!).
Il brunch? Un’affare da intenditori.
"Che si aprano gli incartamenti!!"
Piatti, piattini, bicchieri, bicchierini, forchette, cucchiai, coltelli, fazzoletti,recipienti in plastica, recipienti in acciaio, recipienti in vetro, recipienti di un materiale mai conosciuto fino ad ora...c’è di tutto, anche lo sguardo famelico dell’affamato. Pane, prosciutto cotto, cetrioli, pomodori con la cipolla, formaggio e burro (per gradire!), polpettine (per riempire), salsa d’aglio, alle erbe e al pomodoro ( per...”aromatizzare”...), insalata di rape (per spezzare...), uova sode e crude, un goccino di tè caldo per mandare giù.
E ancora: dolce di cioccolata, yogurt con frutta fresca, budino alla crema, dolce di cioccolato e quel plum cake sofficissimo (di cui svelerò a breve il mistero), il tutto coadiuvato da una tazzona di caffè...
Che dire di più? Il brunch non muore mai e io personalmente lo vorrei fare ogni giorno, ogni mattina avere la tavola apparecchiata con tutta questa meraviglia, perché diciamocelo la solita brioche noiosa mangiata un po' di fretta e quel cappuccino non gustato così come meriterebbe non possono essere paragonati a quella tavola.
Ma forse è anche giusto così, una volta ogni tanto, tutta la mattinata per gustarsi del buon cibo, in buona compagnia e magari anche in un bosco con gli alberi storti.
Siete curiosi di scoprire il segreto del babka z majonezem (il plum cake sofficissimo)?
Si avete letto bene... e la traduzione di majonezem non è cioccolato ma è proprio maionese ;)
Babka z majonezem
3/4 di un bicchiere di maionese
1/2 bicchiere di farina 00
1/2 bicchiere di fecola di patate
3/4 di cacao amaro (che io ho omesso)*
1/2 bustina di lievito per dolci alla vaniglia
* [se aggiungete il cacao ricordatevi di diminuire un po' la farina!]
Separate i tuorli dagli albumi che ci serviranno alla fine. Montate bene i tuorli con la maionese e aggiungere un po' alla volta lo zucchero (ma solo mezzo bicchiere), continuate a montare fino a che l'impasto non sarà bello chiaro. Aggiungete la farina, la fecola e il lievito setacciati. A parte montate le chiare e aggiungete lo zucchero rimasto, sempre poco alla volta. Unite così le chiare ben montate e neve all'impasto principale e mescolate delicatamente usando una spatola.
Foderate un classico stampo da plum cake con della carta forno e versate il composto.Infornare a 175° per 45 minuti a forno già caldo e controllando alla fine la cottura con il metodo dello stuzzicandenti.
Una volta cotto toglietelo subito dal fuoco, in quanto è molto delicato e tenderà a sgonfiarsi.
Lasciate raffreddare per bene.
Il mio consiglio è quello di fare questo dolce la sera prima, magari appunto per la colazione. Ma una volta uscito dal forno, non riuscirete a resistere alla morbidezza di questo dolce ve lo assicuro!
Buon inizio settimana!