Porto a fatica due sedie sul balcone, una dopo l'altra, con attenzione ma con quella dinamicità che mi ha sempre contraddistinta.
Struscio per terra l'angolo della copertona, quella pesante e morbidissima.
Torno di corsa in stanza, scivolando in una curva perfetta e facendo invidia ad un motociclista della motoGP; prendo l'altra coperta quella con i fiori rosa, un po' sfilacciata e usurata dal tempo.
Acchiappo cinque o sei cuscini del divano, mi alzo le maniche fino ai gomiti per completare il duro lavoro. Ciuccio dal biberon (sì, è stato il mio fiero compagno di merende fino ad una certa età) portandolo in alto fino a sfiorarmi il naso, per bere la scolatura di latte con il Nesquik.
Finisco tutto l' ambaradan e creo la mia morbida casetta con giardino esterno, atrio, una finestra, e un salone con tavolino, sedie e un arredamento che ha un nonsochè di orientale.
Sistemo i fiocchi rosa alle mie fiere treccine biondo sbiadito e prendo per mano la mia Mammadichicco, vestita a festa, per le grandi occasioni.